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La prevenzione del tumore al seno
La prevenzione del tumore al seno comincia a 30 anni, con un calendario di controlli ed esami che oggi consente di eseguire una diagnosi precoce e di curare, fino alla completa guarigione, i tumori al seno scoperti sul nascere. Se è vero, infatti, che oggi ci si ammala di più, è altrettanto vero che si muore di meno (il 90 per cento dei tumori al seno operati in fase iniziale non mostrano recidive a dieci anni di distanza dall’ intervento). Un traguardo raggiunto proprio grazie alla doppia arma della prevenzione e della diagnosi precoce del tumore al seno.
L’ AUTOPALPAZIONE DEL SENO
per la prevenzione del tumore al seno: vantaggi e limiti
Le mani sono il primo strumento di diagnosi a disposizione della donna. L’ autopalpazione del seno va eseguita ogni mese, al termine del ciclo mestruale, in posizione supina, ponendo alternativamente una mano dietro la nuca e utilizzando l’ altra per ispezionare la mammella a tutto tondo, senza dimenticare di “strizzare” i capezzoli per controllare che non vi siano secrezioni sospette.
L’ autopalpazione del seno, se da un lato ha il pregio di aiutare la donna a prendere confidenza con il proprio seno e le sue continue modificazioni, dall’ altro lato mostra molti limiti. In primo luogo, perché è impossibile avvertire sotto i polpastrelli dei tumori molto piccoli, che all’ inizio non sono altro che una fila di cellule allineate all’ interno dei dotti galattofori, non ancora in grado di formare “massa”. In secondo luogo, perché esistono dei tumori che, per la loro sede, sfuggono alla palpazione: quelli alla base o al centro del cono ghiandolare.
La donna giovane che pratica regolarmente l’ auto-palpazione del seno non deve affidarsi soltanto alle sue mani. Questa buona abitudine non esonera la donna dai controlli strumentali e dagli esami, in grado di scovare anche tumori al seno di tre millimetri di diametro, non apprezzabili neppure dalle mani esperte di un senologo. L’ 80 per cento dei noduli al seno che vengono operati sono infatti evidenziati dall’ ecografia o dalla mammografia, in totale assenza di sintomi o di tumefazioni palpabili.
IL CALENDARIO DEI CONTROLLI E DEGLI ESAMI
per la prevenzione e la diagnosi del tumore al seno
Dai 30 anni ECOGRAFIA: una volta compiuti i 30 anni, è bene effettuare la prima ecografia, un’ indagine a ultrasuoni per nulla pericolosa o invasiva. L’ ecografia va fatta ogni anno. L’ esame dell’ ecografia permette un’ ottima visione della ghiandola mammaria giovane (spesso opaca ai raggi x). In particolare, l’ ecografia è capace di distinguere i noduli al seno e il loro contenuto (liquido, solido, misto), ma anche le cisti al seno.
Dai 40 anni MAMMOGRAFIA: quarant’ anni è invece l’ età in cui va eseguita la prima mammografia, nonostante i programmi di screening previsti dalle Asl invitino le donne a eseguire la prima mammografia a 50 anni. Il referto della mammografia va sempre portato ai controlli successivi, per consentire al senologo di studiare l’ evoluzione delle ghiandole mammarie, comparando le immagini di “prima” e “dopo”.
Le ultime linee-guida suggeriscono di fare una mammografia all’ anno dai 40 ai 50 anni, e una mammografia ogni due anni dopo i 50 anni. La necessità di rendere più fitti i controlli dai 40 ai 50 anni è nata dall’ osservazione di un grande numero dei cosiddetti tumori intervallo, che si manifestano tra una mammografia e l’ altra. Nelle donne più giovani che hanno la sfortuna di ammalarsi di tumore al seno, infatti, la proliferazione cellulare è più veloce.
Per correttezza va però detto che neppure la mammografia è un esame infallibile: evidenzia fino all’ 85 per cento dei tumori al seno. Per questa ragione ogni anno, nella stessa seduta, andrebbero eseguite mammografia ed ecografia insieme: due esami indispensabili che si completano l’ un l’altro. Ciò che non vede la prima è infatti in grado di leggere la seconda, ed è perciò molto importante per lo specialista avere un quadro completo della situazione, in cui dati di ecografia e mammografia si integrano a vicenda.
LA VISITA DAL SENOLOGO PER LA PREVENZIONE DEL TUMORE AL SENO
i fattori di rischio
Una visita senologica per la prevenzione del tumore al seno è fondamentale, soprattutto se sono presenti dei fattori dì rischio come: la bassa età della prima mestruazione, il basso numero di figli, l’ elevata età della gravidanza.
Per quanto riguarda l’ ereditarietà del tumore al seno (familiarità), solo il 5-7% dei tumori al seno è da imputare ad una predisposizione familiare, cioè a casi di tumore al seno presenti in famiglia (sono importanti soprattutto quelli che colpiscono madri, sorelle, nonne e zie). Il senologo è in grado di disegnare un reale profilo di rischio.
fonte: www.iobenessereblog.it
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