La musica è in grado di cambiare e migliorare il nostro umore. Infatti, a seconda del tipo di musica che stiamo ascoltando possiamo rallegrarci o rilassarci. Tutto dipende dalla velocità e il tipo di musica che si sceglie.
La musica come ben sappiamo è anche un ottimo mezzo di espressione, un buon modo per trasmettere ciò che sentiamo senza utilizzare parole o immagini.
Dal punto di vista fisiologico, la musica influenza il nostro battito cardiaco, accelerandolo o rallentandolo a seconda delle canzoni che stiamo ascoltando. Questo significa che il ritmo musicale influenza anche la pressione sanguigna, così da stimolare o calmare il nostro organismo in base al tipo di musica.
La guarigione e gli effetti della musica
Ci sarebbero testimonianze di persone con malattie gravi (es: cancro avanzato), che quindi soffrivano di forti dolori in alcune parti del corpo, le quali grazie alla musicoterapia riuscivano a sopportare il male poiché ascoltare un certo tipo di musica procurava loro sollievo.
La musica sarebbe anche molto utile per combattere la depressione visto che è in grado di farci cambiare umore. E’ uno strumento potente e sicuramente varrebbe la pena approfondire gli effetti benefici per l’organismo. Sappiamo ad esempio che la musica classica stimola il nostro cervello tant’è che molti artisti l’ascoltano per ispirarsi (es: per dipingere un quadro).
L’utilizzo della musica per stimolare il cervello o l’organismo non è così recente come si può pensare. Infatti sappiamo che fin dai tempi della Magna Grecia molti filosofi storici e scienziati, utilizzavano la musica come agente terapeutico. Più di 2.500 anni fa il filosofo greco Pitagora consigliò di cantare e suonare uno strumento musicale possibilmente ogni giorno per liberare il corpo dalle paure, preoccupazioni e rabbia.
La musicoterapia moderna ha origini inglesi. Da quel che ne sappiamo il testo più antico fu scritto da un medico di nome Richard Browne pubblicato nel 1729. Questo lavoro intitolato “Medicina Musica” che applicava alla musicoterapia i principi scientifici recentemente sviluppati dal matematico e filosofo René Descartes, ebbe un grande impatto sulla pratica della musicoterapia negli Stati Uniti.
Effetti fisiologici della Musica
Oggi sappiamo che la musica ha una serie di effetti fisiologici. Influisce sulla frequenza respiratoria, pressione arteriosa, le contrazioni dello stomaco e livelli ormonali. Le frequenze cardiache vengono accelerate o decelerata a seconda dei casi, ed è anche noto che la musica può alterare i ritmi elettrici del cervello.
Per esempio se chiudiamo gli occhi e ascoltiamo per pochi minuti alcuni suoni prodotti da martelli, gocce di pioggia, risate di bambini, un’orchestra sinfonica, etc. Secondo la musicoterapia questo potrebbe influenzare positivamente o negativamente la nostra salute.
I musicoterapisti utilizzano il suono per aiutare persone con diversi problemi, che vanno dal morbo di Alzheimer a semplice mal di denti. I medici conoscono il potere del suono, e i ricercatori hanno fornito la prova della capacità della musica nell’alleviare il dolore, migliorare la memoria e ridurre lo stress.
Due possibili spiegazioni
Ci sono due interpretazioni alternative della musicoterapia. Entrambe possono essere corrette. La prima sostiene che la musica ha un effetto positivo sul nostro sistema nervoso. Questa interpretazione deriva da uno studio della University of California, nel quale è stato sperimentato che i bambini esposti alla musica di Mozart, prima di un test di intelligenza dimostrano un miglioramento del punteggio. I ricercatori hanno concluso che la musica di Mozart attiva percorsi neurali che si traducono in un miglioramento della capacità intellettuale. Anche se questo effetto è transitorio alcuni ricercatori sostengono che un certo tipo di musica influisce positivamente nel cervello di chi l’ascolta. Quindi, sostanzialmente una certa dose di musica giornaliera avrebbe effetti positivi sul sistema nervoso.
L’altra possibilità sarebbe che la musica agisce come distrazione. E’ noto che la distrazione può avere effetti positivi sulla percezione del dolore. Infatti più pensiamo al dolore e più questo peggiora (effetto placebo), quindi tutto ciò che distoglie la nostra attenzione può alleviare la nostra percezione del dolore. Certamente la musica può agire e distrarre l’attenzione da fatti spiacevoli. Tuttavia, secondo molti studiosi la musica ha anche la capacità di evocare sentimenti e stati d’animo che possono essere di grande aiuto per controllare non solo il dolore, ma la paura e l’ansia che accompagnano e aggravano la percezione. Questa nozione sembra semplicistica. L’idea che le terapie di distrazione producano questi effetti alleviando quindi il dolore, non è del tutto corretta. Molte persone lavorano e studiano meglio con un sottofondo musicale e probabilmente esiste una spiegazione neurologica per gli effetti della musica. Forse non è un linguaggio universale, ma sicuramente è in grado di modificare il nostro stato d’animo. L’uso di suoni rilassanti sembra avere un effetto simile alle vitamine che introduciamo nella nostre diete.
Fonte http://www.coscienza-universale.com/salute/musicoterapia-il-potere-curativo-della-musica/